La Ghiacciaia / Il Recupero / La Fabbrica

La Storia

La Ghiacciaia nella storia

La ghiacciaia o “neviera” è un manufatto che, d’inverno, veniva riempita di neve e che un addetto provvedeva a compattare, per essere pronta a conservare gli alimenti durante i mesi caldi ed in particolare d’estate.

Nel Veneto, già dal sedicesimo secolo spesso venivano realizzati questi manufatti, detti “giazere”, in prossimità delle malghe, manufatti la cui piccola porta di ingresso era rivolta a nord. L’orientamento dell’ingresso a Nord era importante per impedire che i raggi solari colpissero la porta di accesso e, con l’apertura della stessa, non colpissero il cunicolo di accesso, riscaldandolo. Scopo primario della ghiacciaia era di garantire il mantenimento del freddo il più a lungo possibile e per ottenere questo risultato l’evoluzione progettuale di questi particolari manufatti si adattò a molteplici trasformazioni, individuando nella ghiacciaia a sezione verticale tronco-conica la forma ideale per ritardare lo scioglimento del ghiaccio.

Quando però sul finire dell’Ottocento si costruirono grandi strutture, l’inerzia termica della notevole quantità del ghiaccio conservato permise di abbandonare il concetto della ghiacciaia tronco-conica, dove il ghiaccio era a contatto della muratura perimetrale per adottare forme più idonee alla disposizione delle derrate alimentari poste al suo interno, giungendo a progettare strutture anche complesse con camere perimetrali e grandi coperture a volta.

La temperatura esterna o direttamente i raggi solari o le acque meteoriche esponevano a rischio la conservazione del ghiaccio all’interno delle ghiacciaie. Allo scopo, secondo i luoghi di edificazione, si adottarono vari metodi esecutivi di copertura: cupole in muratura, strutture lignee con tetti in paglia e nelle zone montane coperture con grandi lastre di pietra. Per aumentare l’isolamento della copertura, quando la resistenza della struttura lo consentiva, si copriva la ghiacciaia con strati di terre e sabbie naturali.